Se una persona anziana riporta traumi in un incidente stradale e muore anche se dopo molto tempo, per le conseguenze del sinistro, gli eredi hanno diritto al risarcimento del danno.

Il fatto che sia decorso molto tempo dall’incidente non esclude infatti che la morte possa essere considerata una sua  conseguenza perché, soprattutto nel caso di una vittima anziana, le lesioni traumatiche che non causano immediatamente la morte, possono comunque innescare una reazione a catena che ha la morte come esito.

Si può alterare l’equilibrio già precario dell’anziano quando sia affetto da patologie pregresse e la morte può sopraggiungere  anche a distanza di più di un anno, ma si può considerare causata dall’incidente.

Dal punto di vista legale, il decorso di un lasso di tempo anche significativo non esclude quella che con linguaggio tecnico viene definita «la sussistenza del nesso causale tra il sinistro e l’evento morte», cioè non si interrompe la catena di cause che dall’evento traumatico portano al decesso della vittima.


Il caso

Nel caso affrontato da Di Stasio Studio Legale, con l’avv. Raffaella Mazzariello e con l’avv. Vincenzo D’Amore, è accaduto che una persona anziana che era affetta da alcune patologie ha riportato traumi a seguito di un incidente stradale.
A causa dei traumi riportati, che hanno avuto conseguenze invalidanti, le patologie pregresse e l’età della persona hanno innescato un cascame clinico che ne ha peggiorato progressivamente le condizioni generali.
La morte è sopraggiunta dopo circa due anni dall’incidente, ma non si è potuto escludere che il sinistro fosse considerato la principale causa della morte.


Il diritto degli eredi al risarcimento dei danni

In caso di morte dell’anziano per incidente stradale gli eredi hanno diritto al risarcimento dei danni, con particolare riferimento a due tipologie di danno risarcito:

  • il danno terminale, così chiamato perché dovuto alla sofferenza della persona anziana e alla percezione della fine della propria esistenza;
  • il danno da perdita parentale per la morte del congiunto, patito dagli eredi in conseguenza della scomparsa della vittima.

Le indicazioni relative ai risarcimenti di questo tipo sono fornite dalle linee guida per la valutazione medico-legale del danno biologico nella persona anziana pubblicate dall’Istituto Superiore della Sanità.

Questo documento basa le sue considerazioni sulle evidenze scientifiche che confermano che le persone anziane, a seguito di una lesione traumatica, subiscono una compromissione della qualità della vita molto maggiore di quanto non ne soffra una persona giovane.

L’anziano poi ha tempi più lunghi di ripresa e  probabilità molto inferiori di tornare a una vita indipendente che, anche quando fosse raggiunta, soffrirebbe di uno stato funzionale peggiore a quello precedente l’incidente.

Dalle linee guida emerge anche che la popolazione anziana, statisticamente, va incontro a esiti peggiori in termini di mortalità rispetto alla popolazione più giovane, pur se in conseguenza degli stessi eventi traumatici.

La morte quindi deve essere considerata una conseguenza diretta del sinistro anche se apparentemente l’incidente non era in sé idoneo a causare l’evento letale. Correlando però il trauma all’età e al preesistente stato funzionale della vittima, si stima che l’incidente dia luogo al peggioramento delle sue condizioni generali e la conduca alla morte anche se dopo molto tempo.

La valutazione del danno

Per quanto riguarda la valutazione del danno, la persona anziana, anche se abbia una capacità fisiologicamente ridotta rispetto ad altre fasce di età, deve essere considerata normale per la sua età.
Se a seguito del trauma avesse subito una menomazione totale, questa dovrà essere rapportata a uno stato fisiologico normale e il danno biologico dovrà essere quantificato nella misura massima del 100%.