19 Lug, 2023

DANNO DA DEPRIVAZIONE PARENTALE E DECORRENZA DELLA PRESCRIZIONE

Di |2023-07-19T18:42:34+02:0019 Luglio 2023|Categorie: Diritto di famiglia, Diritto penale, Lo Studio, News|Tag: , , , , |

La Carta Costituzionale, negli articoli 2 e 30, nonché le norme di natura internazionale recepite nel nostro ordinamento, riconoscono e tutelano tutti quei diritti nascenti dal rapporto di filiazione, la cui condotta posta in essere dal genitore, relativa alla violazione degli obblighi di mantenimento, di istruzione e di educazione, ne costituisce una completa sovversione unitamente alla produzione di un’insanabile ferita e danno nei confronti del figlio, così – consapevolmente o inconsapevolmente – danneggiato.

Si parla, infatti, di abbandono parentale che consiste proprio nel mancato adempimento di tutti gli obblighi che il genitore assume nei confronti della prole, concretizzata nella completa e totale assenza del genitore nella vita filiale, fondante un papabile esempio di illecito omissivo di carattere permanente.

Da qui, è opportuno rilevare che l’illecito endofamiliare è dato da una serie di comportamenti omissivi protratti nel tempo, non può riferirsi ad un solo atto fine a sé stesso ed isolato, poiché costituisce una fattispecie complessa ed a formazione progressiva proveniente da un comportamento omissivo volontario, posto in essere dal genitore, che prosegue senza interruzione, ed è solo il genitore-autore stesso a decidere se ed in quale momento porre fine a siffatta situazione dannosa per il proprio figlio.

Detto illecito, quindi, è suscettibile di interruzione solo per una radicale modificazione dell’atteggiamento genitoriale in riferimento – dunque – all’adempimento concreto degli obblighi nei riguardi della prole.

La problematica affrontata dalla Suprema Corte di Cassazione, attraverso la sentenza n. 9930 del 13.4.2023, inerisce l’individuazione del dies a quo della prescrizione del danno da deprivazione parentale, quale illecito permanente.

Infatti, prendendo a fondamento i principi affermati già precedentemente dalla medesima Corte di Cassazione con le sentenze n. 11097/2020 e n. 40335/2020, nella considerazione che nell’illecito permanente la condotta perdura oltre il momento della produzione del danno e lo cagiona per tutto il corso della sua durata, la Corte offre una visione di natura soggettiva – in contrapposizione con quella di natura oggettiva – secondo cui il dies a quo della prescrizione si debba necessariamente rapportare ad una piena comprensione delle ragioni che giustificano l’attività della vittima rispetto all’effettivo e concreto esercizio dei suoi diritti.

Tanto, in considerazione del fatto che il figlio, ossia la vittima, potrebbe trovarsi in una condizione psichica per cui non risulti esser in grado di percepire quell’istintivo desiderio filiale di un rapporto positivo col proprio genitore, di conseguenza potrebbe non esser nelle condizioni di carpire la reale situazione a sé pregiudizievole e – quindi – di assumere reattive decisioni nell’esercizio di quelli che sono i suoi diritti di figlio, abbandonati ed inadempiuti dal genitore.

Per meglio comprendere ciò, è opportuno specificare che questo particolare tipo di illecito, qual è quello endofamiliare, produce anche un danno non patrimoniale, di tipo psicologico-esistenziale, poiché condiziona la formazione della personalità del danneggiato, nonché lo sviluppo delle sue capacità di comprensione, di difesa e di relazione, condizionando il suo percorso di vita.

Dunque, non ci si deve limitare ad una superficiale disamina dell’evolversi nel tempo di quelle che sono le conseguenze lesive scaturenti dal fatto illecito o dall’inadempimento del genitore, ma è necessario verificare la concomitante sussistenza della percezione di quei comportamenti illeciti ed inadempienti da parte del danneggiato stesso.

Proprio la percepibilità e la conoscenza delle devastanti e, talvolta, irrimediabili conseguenze affettive dell’abbandono, del disamore e del disinteresse, da parte del danneggiato, quale particolare caratteristica del suddetto illecito endofamiliare incide sella valutazione del dies a quo prescrizionale.

Pertanto, l’errore in cui si può incorrere per tale valutazione, è quello di non considerare che l’illecito può dirsi cessato solo laddove si accerti che la condotta abbandonica sia venuta meno per effetto di un pieno e consapevole recupero del rapporto col figlio, o laddove il genitore dimostri di non aver potuto porre fine alla condotta omissiva per causa a lui non imputabile.

Di conseguenza, ignorando questi aspetti, si incorre in errore nella determinazione del termine prescrizionale.

16 Feb, 2021

AIA Associazione Italiana Arbitri, Valerio Di Stasio presiede l’Assemblea Generale

Di |2021-02-18T11:00:07+01:0016 Febbraio 2021|Categorie: Lo Studio, News|Tag: , , |

Il 14 febbraio 2021 si è svolta l’Assemblea Generale dell’AIA Associazione Italiana Arbitri della Federazione Italiana Giuoco Calcio ed è stata trasmessa in diretta streaming.  Come già nel 2016, anche in questa occasione l’avv. Valerio Di Stasio, titolare di Di Stasio Studio Legale, nella sua qualità di Responsabile Nazionale della Commissione Esperti Legali dell’AIA, ha brillantemente presieduto l’assise. (altro…)

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